L’anno di vita di un pipistrello è scandito dall’alternarsi delle stagioni:
- Nei rigidi mesi invernali, quando le prede non sono più disponibili (le specie di pipistrelli presenti in Europa sono insettivore, si nutrono di insetti) i pipistrelli si spostano in un rifugio nel quale trascorrere tale stagione avversa, ed entrano in uno stato di torpore prolungato. I parametri vitali rallentano e la temperatura corporea scende fino quasi a raggiungere gli 0° C; tale stato viene detto ibernazione. Il dispendio energetico viene così minimizzato e i pipistrelli sopravvivono con le riserve di grasso accumulate in precedenza. È importante non disturbarli durante il periodo invernale perché il risveglio causa un dispendio di energie e potrebbero non essere in grado di sopravvivere fino alla primavera successiva.
- Ad inizio primavera si risvegliano da questo stato di torpore ed iniziano il loro spostamento verso il rifugio estivo, alla ricerca di cibo. Ci sono specie che compiono anche lunghi spostamenti, delle vere e proprie migrazioni. I rifugi in primavera vengono utilizzati solo nelle ore diurne, durante le quali i pipistrelli si riposano, mentre al calare della sera escono per la caccia.
- Tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate le femmine si spostano in rifugi caldi e protetti per partorire, formando colonie composte anche da migliaia di individui. Creano queste colonie per far sì che ci sia minore dispersione di calore da parte dei cuccioli, i quali inizialmente sono privi di pelo. Generalmente ogni femmina dà alla luce un solo piccolo, poche le specie che possono partorirne due. Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno inizia il periodo degli accoppiamenti, ma la fecondazione dell’ovulo avverrà soltanto in primavera, ciò per consentire la nascita dei piccoli in estate. È l’autunno il periodo in cui i pipistrelli devono accumulare le riserve di grasso necessarie a poter affrontare il letargo e in cui avviene lo spostamento verso i rifugi invernali.
